Il progetto Arte InVita nasce da un’idea della dottoressa Emanuela Terranova, tecnico della riabilitazione psichiatrica, musicoterapista e cantante di musica lirica e popolare. Da due anni, inoltre, suona il sax contralto. Il progetto è stato presentato a Bassi Comunicanti e durante i sei mesi di incubazione ha preso forma.
«Arte InVita prevede l’integrazione dei soggetti svantaggiati o diversamente abili attraverso l’arte», spiega Emanuela Terranova. «L’obiettivo è quello di creare uno spettacolo di teatro/musica partecipando attivamente attraverso la recitazione, il canto, il ballo; parallelamente saranno allestiti dei laboratori per creare decorazioni da applicare ai costumi e alla scenografia».
I protagonisti dello spettacolo potranno essere persone di ogni età, unico requisito necessario è la voglia di mettersi in gioco, sviluppando passioni e interessi. La presenza di esperti del settore permetterà ai partecipanti di creare uno spettacolo semplice ma curato nei minimi dettagli.
«Sin da ragazza ho avuto desiderio di condividere le mie esperienze musicali e i miei progetti con persone diverse da me, con altre abilità, culture e background culturale», racconta Emanuela. «Dopo la laurea ho sentito l’esigenza di conciliare il mio lavoro basato sulla riabilitazione di persone che, a causa della malattia, avevano perso alcune abilità e la musica, per questo ho scelto di diventare musicoterapista per poi fare una tesi in improvvisazione musicale in musicoterapia e seguire qualche incontro sull’arte terapia globale».
Arte InVita prenderà forma grazie a dei laboratori che permetteranno ai partecipanti di lavorare sul corpo, la voce e lo spazio scenico. Si sceglierà insieme al gruppo un testo su cui lavorare e da rappresentare superando i limiti del testo stesso per rappresentare ciò che nasce da esso e dal lavoro di gruppo. Dopo i laboratori di ricerca e sperimentazione si comincerà a lavorare sulla rappresentazione e si allestiranno laboratori di scenografia e costumi.
«Bassi Comunicanti è stato un percorso fondamentale per la costruzione di questo progetto. Durante gli incontri abbiamo avuto la possibilità di lavorare non solo sugli aspetti tecnici, burocratici ed economici che sottendono ad un progetto, ma soprattutto sugli aspetti intrinseci dell’idea, sui desideri e le aspettative che l’hanno fatta nascere e sull’esigenza di portare se stessi e la propria personalità all’interno del progetto. È un percorso basato sulla disponibilità, la fiducia, la curiosità e su tutto ciò che può nascere da un percorso che ha l’obiettivo non di formare ma di accompagnare. I professionisti che guidano Bassi Comunicanti non hanno esitato a condividere ogni loro esperienza, senza l’atteggiamento dei formatori classici che impartiscono lezioni asettiche e intrise di nozioni a volte inutili, a volte superflue», conclude Emanuela.